Carissima figliola,
dalle righe della tua lettera, intravedo una tristezza derivante solo dalla pretesa di attendere dagli altri chissà quale aiuto che, quasi come magia, possa risolvere tutti i Tuoi problemi.
Purtroppo non è così, perché le circostanze quotidiane, sia quelle favorevoli che quelle spiacevoli, le devi affrontare con animo sereno e senza sognare ad occhi aperti, ma con la consapevolezza che tocca a Te e a nessun altro affrontare ciò che ti accade.
L’aiuto che puoi chiedere deve riguardare il modo, l’atteggiamento e, se vuoi, la tecnica con cui affrontare quanto accade, ed è per questo che noi adulti siamo utili, con la nostra storia, con la nostra esperienza, con la nostra conoscenza e con la memoria del nostro passato.
In primo luogo rivolgiti a Tua madre e a Tuo padre, ascolta la loro esperienza, chiedi come loro hanno affrontato, nella loro adolescenza, la situazione che stai vivendo, perché senz’altro anche loro avranno vissuto, più o meno e forse, con modalità alquanto simili, le stesse circostanze.
Non aver paura di parlare con loro, tanto, male che vada, potranno sbraitare, Ti potranno solo portare il broncio per un po’, ma poi Ti guarderanno con occhi benevoli e non potranno mai dimenticare che sei la loro figlia.
Il Tuo Prof.