Agli alunni delle mie classi

Architetto, Docente di Disegno e Storia dell'Arte

Agli alunni delle mie Classi del Liceo Scientifico "A. Einstein" di Mottola (Ta)..."Non temete il giudizio di chi è capace solo di deridervi, perchè senz'altro è invidioso ed incapace di proporre qualcosa. Ride degli altri perchè, come parassita, nasconde la vergogna di piangere su se stesso. Non abbiate paura di questi poveri gnomini."

I pensieri dei ragazzi

Inviami i tuoi pensieri e, se vuoi, saranno pubblicati. Se hai bisogno di aiuto, ti offro la mia disponibilità (nei limiti delle mie conoscenze e competenze). prof.biagio.scarano@gmail.com

Ma tu che ne sai???

Addì 12 dicembre 2013
Stamane a scuola, al cambio dell'ora, entrando in una classe ho assistito, in modo involontario, ad una discussione animata tra due ragazzi che rappresentavano due schieramenti: il primo favorevole alla partecipazione alla visita guidata a Lecce, proposta dalla nostra scuola, ed il secondo che non accettava l'imposizione forzata, manifestata da alcuni, a questa gita.
Il regolamento d'Istituto prevede che, per partecipare ad una visita guidata, ci sia l'adesione di almeno i 2/3 degli alunni e, quando ciò non accade, l'intera classe è esclusa dall'evento.
La ragazza del primo schieramento, con molta veemenza, non coglieva e non accettava le ragioni giustificative di chi non aveva intenzione di partecipare in quanto, sia lei e pochi altri, volevano aderire ad ogni costo.
Invece, il ragazzo del secondo e numeroso schieramento, argomentava e giustificava la non partecipazione con una serie di motivi radicati nella crisi profonda di questo periodo storico.
La situazione era abbastanza incandescente e appena si sono accorti della mia presenza, hanno interrotto la discussione, anche se i mugugni e i musi lunghi esprimevano la tensione del momento.
Volevo stemperare la situazione raffreddando gli animi e stavo cercando, nella mia mente, il modo di farlo senza urtare la suscettibilità sia degli uni e sia degli altri.
Ripensando all'ultima frase detta dal ragazzo, cioè: <<...che ne sai tu ???.>>, immediatamente si è materializzato nella mia mente, in modo sconclusionato ma efficace, il testo della canzone di Lucio Battisti "Pensieri e parole":

Che ne sai tu di un campo di grano
poesia di un amore profano
la paura d’esser preso per mano che ne sai?

Ho cominciato a canticchiare queste poche parole e, quasi subito, i volti mugugnosi si sono trasformati in visi pieni di stupore, come se chiedessero: "...ma che sta succedendo???".
Ed io ho proseguito a canticchiare quei pochi brani di testo che conoscevo:

Che ne sai di un bambino che rubava 
e soltanto nel buio giocava 
e del sole che trafigge i solai che ne sai
E di un mondo tutto chiuso in una via 
e di un cinema di periferia 
che ne sai della nostra ferrovia che ne sai? 

Al termine della mia breve e sconclusionata esibizione canora, il silenzio era totale, quasi materico, quasi come pietra dura da spaccare, ma i loro volti erano sereni, avevano ripreso a sorridere.
Subito ne ho approfittato per spiegare il senso di quelle poche parole, cercando di riequilibrare la discussione che aveva coinvolto in precedenza tutta la classe.
Così facendo sia la ragionevolezza e sia la comprensione, hanno permesso di considerare da un'altro punto di vista non solo le ragioni di chi voleva partecipare alla visita guidata, ma anche, anzi soprattutto, le motivazioni che costringono gli altri a non partecipare.
Spesso i desideri e i bisogni umani, per l'impotenza di non poterli dominare, suscitano una forte rabbia che, tramite inutili e banali litigi, si scarica su altri che, a loro volta, vivono medesime situazioni.
Basta poco per accettare, comprendere e condividere l'ALTRO.
paBiS