Addì 08 luglio 2013
Mi ha colpito l'esperienza raccontata da una ragazza e riportati negli Appunti dalla Scuola di Comunità con Julián Carrón - Milano, 19 giugno 2013.
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"...Volevo raccontare un episodio per testimoniare quello che tu affermi quando, in modo così chiaro come adesso, hai detto che Cristo è un avvenimento ora, cioè si è smascherata in me una posizione di cui tante volte sono incosciente.Lavoro insieme a una collega con cui è nato un rapporto vero.
Un paio di mesi fa la invito a venire con me in vacanza in montagna con il movimento; lei aveva capito che io ci tenevo sinceramente, le ho detto tutte le cose che si dicono quando tu vuoi invitare uno in vacanza.
Mi ha detto: «Sì, sì, ci penso». Poi, dopo due settimane: «Guarda, ho deciso di non venire».
Quando lei mi ha detto così, io ci sono rimasta malissimo e mi sono detta che alla fine va sempre a finire così, che i miei colleghi non cedono mai.
E questo fatto mi ha sinceramente ferito.
Però il punto è quello che è successo nei giorni successivi:
mi sono resa conto che nei confronti di questa mia collega, che – ripeto – è veramente un’amica in quel posto di lavoro, io mi sono ritrovata assolutamente distaccata, indifferente perché risentita e contrariata.
E così ho scoperto una mia posizione frequentissima nei confronti della realtà (nelle piccole e grandi cose), cioè che io mi muovo come se fossi tra due poli opposti: o il possesso o l’indifferenza.
O il volermi impadronire di una cosa per dire io come deve andare, oppure, siccome di fatto, grazie a Dio, non va sempre come ho in mente io, ripiegarmi nell’indifferenza, cioè nell’anaffettività.
E quando ho letto gli Esercizi, mi sono detta:
ma in termini esistenziali il fatto che Cristo sia un avvenimento che cosa significa?
Perché, se io mi sono ritrovata, nei giorni dopo, con una distanza e un’indifferenza, che è il primo modo per togliere e allontanare da me la realtà…allora il fatto che, in termini esistenziali, Cristo sia un avvenimento: dov'è, in cosa consiste ?
È quì, in questo momento, che mi sono accorta che Cristo è un avvenimento, cioè è un nuovo modo di pensare, di agire, di essere e suscita la grande voglia di cambiare, come se io avessi avuto la preoccupazione di voler recuperare con lei un interesse qualsiasi, che in quei giorni evidentemente avevo perso, anche senza avere una occasione o una vera risorsa a disposizione."...
Permette di capire come sia possibile accorgersi degli errori che commettiamo frequentemente, nei confronti degli altri, e della grande voglia di cambiare, di rigenerarsi, di costruire relazioni interpersonali senza voler pretendere dall'altro quello che io voglio che egli sia.
Pretendere che gli altri facciano o accondiscendano ai nostri desideri è irrispettoso della libertà di ognuno.
Quale diritto abbiamo di vincolare o limitare la libertà o, addirittura, la coscienza altrui ?
mi sono resa conto che nei confronti di questa mia collega, che – ripeto – è veramente un’amica in quel posto di lavoro, io mi sono ritrovata assolutamente distaccata, indifferente perché risentita e contrariata.
E così ho scoperto una mia posizione frequentissima nei confronti della realtà (nelle piccole e grandi cose), cioè che io mi muovo come se fossi tra due poli opposti: o il possesso o l’indifferenza.
O il volermi impadronire di una cosa per dire io come deve andare, oppure, siccome di fatto, grazie a Dio, non va sempre come ho in mente io, ripiegarmi nell’indifferenza, cioè nell’anaffettività.
E quando ho letto gli Esercizi, mi sono detta:
ma in termini esistenziali il fatto che Cristo sia un avvenimento che cosa significa?
Perché, se io mi sono ritrovata, nei giorni dopo, con una distanza e un’indifferenza, che è il primo modo per togliere e allontanare da me la realtà…allora il fatto che, in termini esistenziali, Cristo sia un avvenimento: dov'è, in cosa consiste ?
È quì, in questo momento, che mi sono accorta che Cristo è un avvenimento, cioè è un nuovo modo di pensare, di agire, di essere e suscita la grande voglia di cambiare, come se io avessi avuto la preoccupazione di voler recuperare con lei un interesse qualsiasi, che in quei giorni evidentemente avevo perso, anche senza avere una occasione o una vera risorsa a disposizione."...
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Il racconto di questa esperienza è straordinario.Permette di capire come sia possibile accorgersi degli errori che commettiamo frequentemente, nei confronti degli altri, e della grande voglia di cambiare, di rigenerarsi, di costruire relazioni interpersonali senza voler pretendere dall'altro quello che io voglio che egli sia.
Pretendere che gli altri facciano o accondiscendano ai nostri desideri è irrispettoso della libertà di ognuno.
Quale diritto abbiamo di vincolare o limitare la libertà o, addirittura, la coscienza altrui ?
paBiS